Svetlana Alexandrovna Aleksievič nasce a Ivano-Frankivs'k il 31 maggio 1948, da padre bielorusso e madre ucraina. Dopo aver studiato all’università di Minsk tra il 1967 e il 1972, inizia a lavorare come giornalista per alcune testate, trovandosi poi costretta ad abbandonare il paese natale poiché sospettata di essere una spia della CIA. Da allora, si muoverà tra l’Italia, la Francia, la Germania e la Svezia.
Cronista dei principali eventi che hanno sconvolto l’assetto dell’Unione Sovietica nel XX secolo (dal disastro di Cernobyl’ alla Guerra in Afghanistan), Aleksievič ha saputo prestare fede al senso primario della testimonianza, rendendo la Storia protagonista dei suoi scritti, pur tuttavia non rinunciando a uno stile personale e poliedrico, dove la verità dell’evento si staglia su un narrato dai toni evocativi, a tratti fiabeschi. Tradotta in più di 40 lingue, ha esordito nel 1999 con il libro Preghiera per Cernobyl’. Nel 2015 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura.